1. |
I
07:05
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Come un fanciullo immacolato
hai accolto il mio corpo ignudo
nelle tue fiamme ardenti;
neghi l’amplesso del sapere
anche ai tuoi più avidi amanti
ma non me facesti esule
dalle tue braccia…
…io ero l’Uno
e l’Uno ero io!
Per te osai sino al tempio
dell’Eudaimonia; ma (esausto)
bevvi dalla fulgida coppa di
Afrodite; e tosto fu buio.
…io ero l’Uno
e l’Uno ero io!
Non più schiavo di quel
bagliore, scruto da lontano
il tuo essere maligno; di
te feci Cesare, di me il figlio
Bruto. E ancora fu buio.
…io ero l’Uno
e l’Uno ero io!
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2. |
II
05:36
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Chiudo gli occhi e vedo l’utero della Madre
che partorisce me e i diecimila esseri
per farci cadere nell’aere
come un raggio che fende le nubi
e vaga inquieto tra Cielo e Terra.
Ma il sogno dell’incoscienza viene interrotto
dalla luce del tramonto e l’oscurità dell’alba.
Precipito e vedo gente far guerra per bruciare nel fuoco,
annegare nell’acqua, e danzare sui cadaveri sepolti.
E il fetore di questa macabra danza
è più ammaliante del profumo di una rosa
dai petali di seta che si espande e vola come un avvoltoio
per accaparrarsi me, preda morente eppure mai così viva,
e indossare l’abito di una donna dalle dolci labbra
che bacio avidamente e si dissolve come pietra lunare
per tagliare le mie ali e farmi annegare in un Oceano di nebbia…
…Io ero l’Uno… l’Uno ero… Io…
"Dao ke dao fei chang dao"
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3. |
III
09:39
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“Dimmi tu acqua mia schiava
con la voce del tuo riflesso,
son forse io la dea più bella?”
Apro gli occhi e odo echeggiare
la tormentata domanda
come i flutti che s’infrangono spietati
sul mio corpo giacente a riva.
Mi alzo e ricado, cado e mi rialzo
nella palude del dio denaro,
dove donna e uomo si contendono
lo scettro del re avaro.
“Dimmi tu acqua mia schiava
con la voce del tuo riflesso,
son forse io la dea più bella?”
Nuoto impotente verso la sorgente
di questo canto corale, non è lontana ma…
Mi alzo e ricado, cado e mi rialzo
nella palude del dio denaro,
dove donna e uomo si contendono
lo scettro del re avaro.
Ecco un forziere arrivare dal mare:
mille ci vanno, per vedere le
ricchezze aumentare.
Il tesoro è un bambino
uscito dal corpo esangue
della madre.
Ecco un bambino arrivare dal mare:
mille se ne vanno, per ignorare ciò
che le ricchezze non fa aumentare.
“Io ero l’Uno,
e l’Uno ero io!”
(…inciso sul forziere!)
Egli è la strada
per tornare alla casa del padre;
così cerco il deserto nell’oasi
per ritrovare me stesso
e riabbracciare mia madre, ma…
Mi alzo e ricado, cado e mi rialzo
nella palude del dio denaro,
dove donna e uomo si contendono
lo scettro del re avaro.
“Dimmi tu acqua mia schiava
con la voce del tuo riflesso,
sono forse io la dea più bella?”
Argento, oro, foglie di lino
grappoli d’uva e calici di vino
l’uomo porge alla mia bocca.
Ebbro e mai ghiotto dell’amaro
retrogusto di un piacere che trabocca,
mi unisco all’umana civiltà…
…e ballo anch’io
in questa fiera delle vanità.
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4. |
IV
08:26
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Se vai in fondo alla strada
trovi il salone della povertà
ma tu hai preferito cercare
la ricchezza nelle amenità.
Come un astuto mercante
hai barattato di chi ti
ama il cuor, per un caduco
momento di fama.
“Fischiate pure”: disse il poeta,
“che a batter le mani
son bravo anch’io, nel contare
i miei danari”.
E quel volgo, misero e senza prezzo
che un tempo ti fu famiglia,
visse e morì nel più atroce disprezzo.
Ascolta: il rullo di tamburi
tra le strade diserte,
preannuncia l’addio
dei tuoi beni perituri.
Ma tu, padre di mille figli
e mille ancora, non orfani
li lasci agli altrui artigli.
Così scavi una buca nel terreno,
e insieme a loro poggi il capo
sul capezzale del sonno eterno.
Io ero l’Uno… uno sono Io!
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Nova Lux Roma, Italy
Nova Lux is an italian black metal project born in the summer 2009 by Leandro Alagna -concept, lyrics- and Augusto (SATVRNIA
TELLVS) -concept, vocals, guitars, bass, keyboards, drum programming-.
Band members are located in Rome and Naples.
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